La resilienza è una risorsa che cerchiamo dentro di noi in situazioni di crisi. Pensiamo ad esempio a queste settimane di quarantena e all’emergenza sanitaria. Se alcune persone riescono a occupare le loro giornate. Altre persone, invece, si sentono travolte dall’ansia. Infatti, in un clima negativo, ricco di notizie ansiogene che ogni giorno si affollano sui media, viviamo con un’ansia perenne.
Resilienza come qualità umana
Il termine resilienza ha un’origine antica. Infatti viene usata in Italia già nel Settecento e riprende il termine latino resiliens. Si tratta del participio passato di resilire, cioè saltare indietro e ugualmente significa rimbalzare, reagire. Anche se questi significati sono nati nella fisica, in particolare dal lessico delle scienze dei materiali, sono utilizzati anche nelle scienze umanistiche. Infatti la capacità di saltare indietro, come anche quella di resistere a urti assorbendone l’energia è tipica di oggetti che rimbalzano. Ad esempio un pallone colpito subisce una deformazione elastica per poi, restituendola, tornare alle condizioni originali. Allo stesso modo, la resilienza come capacità psicologica ci aiuta a reagire a un trauma. Infatti, quando riceviamo un urto morale forte, che ci impressiona, subiamo una deformazione. Ma con spirito e adattabilità la persona resiliente trova in sé la spinta per riprendersi come e meglio di prima.
La resilienza nei bambini
I genitori cercano di proteggere i figli da qualunque sofferenza. Ma in questo modo ottengono il risultato contrario. Infatti i bambini sono sempre più fragili e affrontano con minor successo le difficoltà. Un esempio è il periodo di quarantena che stiamo vivendo. Il propagarsi della pandemia da Covid-19 ci chiede importanti sacrifici. Proprio per questo, infatti, la resistenza deve essere allenata. E questo allenamento ha inizio già nell’infanzia. Nessun genitore vuole vedere il proprio figlio soffrire. Ma cercare di evitargli qualsiasi problema non è una soluzione. infatti da alcuni studi fatti emerge che metà dei bambini ha problemi.
Si tratta di manifestazioni di maggiore irritabilità, intolleranza alle regole. Pariamo ad esempio di capricci e richieste eccessive, cambiamenti di umore e problemi del sonno. I genitori dovrebbero allenare i figli ad affrontare lo stress e le difficoltà che la vita contiene.
Mettersi alla prova con sé stessi
Un’altra importante componente della resilienza è l’emotività. Soprattutto bambini e adolescenti hanno la necessità di esperire in modo intenso le proprie emozioni. Anche emozioni negative come ansia, tristezza, irritabilità e rabbia sono importanti. Esse infatti indicano il grado di emotività della persona unito ai processi di controllo delle emozioni. Tutto ciò condiziona la resilienza e il funzionamento sociale ed emotivo nei giovani. La resilienza è qualcosa che mamma e papà insegnano. Ma ancora più importante delle parole che si usano è l’esempio. Quindi, attenzione, genitori, i primi a dover essere resilienti siete proprio voi. Il momento più difficile della quarantena è adesso. Infatti cominciamo a essere stanchi e a sentirci soli. Allo stesso tempo sembra che tutto questo non finisca mai. Senza una data chiara di fine saltano anche i nostri progetti per il futuro.
Bisogna trovare il punto di rottura, come quando andate a correre. C’è sempre il momento in cui pensate di non farcela e invece ce la fate. Basta solo continuare a correre.
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