Il nostro è un territorio ricco di rilievi dove è possibile praticare sport come la downhill. Si tratta di uno sport ciclistico e classificato come Sport Estremo. Poco conosciuto, anche sulle nostre montagne, consiste nel correre una Run. Il termine indica una gara singola tutta in discesa. Nella downhill bisogna affrontare un percorso che varia dai 2 ai 5 chilometri. Una competizione fatta con biciclette inusuali. Infatti, a prima occhiata si distinguono dalle bici comuni perché hanno un’escursione molto elevata. Per esempio sono più pesanti delle normali mountain bike. Inoltre sono biciclette costruite con materiali in carbonio o alluminio.
Come si pratica la downhill?
La downhill viene definito come la Formula Uno della mountain bike. Anche se poco conosciuta e poco praticata nelle nostre zone è certamente una disciplina spettacolare e adrenalinica. Ma è anche uno sport che richiede molta tecnica e conoscenza del mezzo, oltre alla prestanza atletica. Particolarmente spettacolare è il modo in cui chi partecipa a una corsa di downhill si lancia in discesa con la bici. Mentre negli anni ’70 si usano le bici cruiser modificate, dette klunkers, le cose cambiano nel tempo. Infatti, negli anni 90, l’avvento delle forcella a doppia piastra e gli schemi di sospensione evoluti, sono più adatti a questo sport. Soprattutto nasce una distinzione tra mountain bike normale e una da downhill. Mentre, il primo campionato mondiale UCI è del 1990.
Si corre a Durango, in Colorado. Invece, nel 1991, abbiamo il primo mondiale in Italia, al Ciocco. Oggi, a distanza di trent’anni, la downhill cambia sotto molti aspetti. Infatti, le bici, lo stile di guida, i tracciati, tutto è completamente diverso. Mentre la cosa che mai cambia è l’adrenalina. Ancora oggi, parliamo delle emozioni che scorrono nelle vene ogni volta che si affronta in velocità un tracciato nei boschi. Dunque è proprio questa adrenalina che cattura i tanti che nutrono la passione per questo sport.
Il sogno da realizzare
Pasquale Pinna sogna di realizzare sentieri per la downhill a Cassino. Ugualmente parla di uno sport che negli anni ’90, in Italia, conosce una stagione d’oro. Infatti arrivano titoli internazionali, la Coppa del mondo, titoli continentali e tante altre storie che è bello raccontare. Mentre trascorrono un paio di anni da quando Pinna inizia a muovere i primi passi per realizzare la sua idea. Si tratta di qualcosa di più di un sogno nel cassetto. Finalmente oggi è tempo di riprendere da dove era rimasto con la vecchia amministrazione comunale e di cercare alleati per realizzare questo sogno. D’altra parte è importante non rinunciare a ciò che desideriamo. Dunque, il prossimo passo è una lettera per invitare tutti gli enti preposti a partecipare per realizzare questo sogno insieme. Si tratta di un progetto ambizioso.
Infatti l’idea è quella di raccontare ai visitatori la storia romana, e quella Benedettina che sono centrali cultura cassinate. Pinna parte da archeologi ed amici architetti e geologi insieme con le guide del parco, ed il comune di Cassino per individuare i 60 km di sentieri che, dopo i bombardamenti, sono scomparsi, inghiottiti nella natura. Dunque il progetto unisce storia, natura e sport in una maniera armonica. Veramente bello cercare di capire come tutto questo può diventare una bellissima realtà.
