Un mistero che ha un fascino romantico quello della leggenda del lago di Fontana Liri. Si tratta della storia di Mariù e del gitano Juanito. Un amore burrascoso il loro, e della voce del vento che trasporta le note di una canzone gitana: El amor Brujo. La letteratura è ricca di storie di amori proibiti. Certo che, a differenza di Romeo e Giulietta, o di Renzo e Lucia dei Promessi sposi, una storia vera è tutta un’altra cosa. Ma quale mistero nasconde il lago Solfatara di Fontana Liri?
In un tempo lontano nasce la leggenda del lago di Fontana Liri
Siamo a Fontana Liri, nella provincia di Frosinone, a soli 37 minuti di macchina da Cassino. Siamo qui per raccontare la leggenda del lago di Fontana Liri. In un tempo molto lontano dal nostro, qui viveva una donna bellissima di nome Mariuccia, detta Mariù. Come è usanza del tempo, i genitori la danno in sposa, contro il suo volere, a Martino. Un uomo ricco, ma anche volgare e manesco che, per sua grande gelosia, tiene la giovane moglie prigioniera in casa. Mariù ha il permesso di uscire solo il giovedì per andare a lavare le lenzuola nel ruscello.
Si tratta di un piccolo emissario del lago di Fontana Liri, un luogo detto gliu rutone’. Un giorno incontra Juanito, un giovane gitano capitato per caso dalle nostre parti. Capelli crespi, occhi neri, un giovanotto gracile e delicato ma con una voce così melodiosa che quando canta gli uccelli tacciono per ascoltarlo. A causa del grande caldo, il gitano, va a fare un bagno nelle acque fresche di quel rio. Alla vista di Mariù, il giovane resta folgorato dalla sua bellezza selvaggia. Capelli neri e occhi smeraldo, non passano inosservati. Ogni giovedì Juanito l’aspetta sulle rive del ruscello, e le canta canzoni gitane tra sguardi malinconici e occhiate tentatrici.
Una fine tragica e una maledizione senza fine
Quando Martino scopre di quegli incontri, subito si reca al rutone per sorprendere i due. Insieme ai suoi complici li immobilizzano spalla contro spalla, con le mani legate dietro la schiena, per poi gettarli in acqua. Juanito, per salvare l’amata rimane sotto di lei consentendole di respirare. Mentre, con la forza delle gambe, la spinge verso le spine ai lati del rivo per riuscire a fermarla. Mariuccia tenta di slegarsi il più velocemente possibile. Purtroppo non fa in tempo a salvare il suo amato. Così la donna, distrutta dal dolore, maledice quelle acque. La maledizione vuole che le sorgenti inaridiscono per tornare a fluire solo dopo aver messo insieme le lacrime, versate in un anno, da tutti gli amanti infelici del mondo.
Ancora oggi le sorgenti del lago si seccano regolarmente ogni tre, quattro anni. Solo dopo circa 12 mesi, le acque tornano a fluire. Mentre in estate, quando la luna è alta, proprio sul ponte di legno costruito nel punto in cui Mariuccia e Juanito vengono fermarti dai rovi, diversi testimoni giurano di sentire alle proprie spalle, sotto il ponte, tra il gorgoglio delle acque, i singhiozzi di Mariù. Mentre il vento fa alzare la voce di Juanito che canta El amor Brujo. Chi sa se la leggenda del lago di Fontana Liri è vera? Eppure, c’è chi sente ancora oggi il dolore di quei due innamorati. Come se il dolore della perdita sia eterno, come eterna è la volontà di amare.
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