Il simbolo del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise è l’orso. Proviamo a conoscere meglio questo animale che, insieme al lupo sono gli animali più rappresentativi del Parco. Si tratta di due animali caratteristici del Parco. Infatti, A causa della pandemia stiamo preferendo le nostre vacanze in ambienti aperti, come la montagna. Allora è bene conoscere meglio la fauna che il Parco offre. Il Parco ospita una grande varietà di animali, ma non è sempre facile fare avvistamenti. Soprattutto i grandi mammiferi.
Alla scoperta dell’orso bruno marsicano
L’animale simbolo del Parco, è l’orso bruno marsicano. Si tratta di una sottospecie geneticamente differente dagli altri orsi delle Alpi. Dunque, l’orso marsicano rappresenta un endemismo esclusivo dell’Italia centrale. Sicuramente è facile riconoscerlo per le sue dimensioni. Inoltre il suo peso può superare i due quintali. L’orso, generalmente ha un comportamento pigro, solitario e tranquillo. Anche se è prevalentemente erbivoro, si adatta a ciò che offre l’ambiente. Generalmente si nutre di frutta, bacche, erba, insetti, miele, piante, radici, carcasse. L’orso vive e viene avvistato anche dai turisti nelle foreste del Parco. Mentre nei mesi di dicembre e gennaio, durante il periodo invernale, la femmina partorisce da 1 a 3 cuccioli.
Al momento della nascita i piccoli pesano meno di 500 grammi e dipendono completamente dalla mamma. Solo grazie al latte materno, che è particolarmente ricco di grassi, gli orsacchiotti riescono a crescere rapidamente. Così sono pronti per lo svezzamento in estate. I piccoli rimangono con la madre per più di un anno. Sicuramente gli avvistamenti dell’orso non sono molto facili. Mentre è più semplice incontrare i segni della sua presenza, come le caratteristiche orme ben evidenti sul fango o sulla neve. Ugualmente possiamo notare le grosse pietre rivoltate che l’orso sposta per mangiare gli insetti di cui è ghiotto. Si tratta di una bellissima esperienza di vita nella natura, all’interno del Parco dove ammirare questo maestoso animale.
Il lupo, altro protagonista del Parco
L’altro protagonista del Parco è il lupo dell’Appennino. La sua è una storia particolare. Infatti tutto inizia nel 1921 quando il dottor Altobello, un medico di Campobasso appassionato di storia naturale, scopre nel lupo dell’Appennino alcune differenze rispetto ai parenti più nordici. Proprio per questo motivo, il lupo d’Abruzzo prende il nome di Canis lupus italicus. Dunque oggi sappiamo che si tratta di una sottospecie a se stante. Mentre altri studiosi, grazie ai risultati di indagini genetiche, sono più propensi a non considerare i lupi che vivono nell’area del Mediterraneo come sottospecie a parte. Ma in realtà parliamo di un’unica sottospecie, il Canis lupus lupus che vive in Eurasia centrale e settentrionale. Anche se celebre, il lupo è un animale difficile da avvistare nel Parco.
Infatti è un animale di abitudine prevalentemente notturna. Durante il giorno frequenta quei luoghi più selvaggi ed inaccessibili del Parco. Nonostante tutto abbiamo segni di presenza più facili da riscontrare sul territorio come le orme molto simili a quelle di un grosso cane. Si tratta di passi disposti su un’unica fila che sono diverse da quelle di un comune cane. Sicuramente, chi frequenta il Parco sa bene che il lupo può vivere isolato o in piccoli branchi. Generalmente, nei branchi esistono degli ordini gerarchici organizzati in entrambi i sessi. Il verso caratteristico ed affascinante del lupo è l’ululato. Si tratta di un verso caratteristico della specie che serve sia a segnalare la propria presenza, che come richiamo per gli altri membri del proprio branco. Ma oltre ad utilizzare l’ululato, il lupo delimita il proprio territorio con marcature odorose, quali feci e urina.
Visitare il parco e vedere queste creature affascinanti è un modo unico di vivere la natura e scoprire questi luoghi intorno a noi.