Montecassino espone un presepe napoletano del ‘700 in una mostra permanente. Si tratta di un’opera d’arte posta in uno degli ambienti del Chiostro dell’Archivio dopo l’inaugurazione di sabato 23 dicembre. Obiettivo del progetto è quello di dare una sistemazione definitiva alla collezione abbaziale di pastori napoletani. Opere che in parte risalgono ai secoli XVIII e XIX. Mentre i pezzi più recenti sono acquisiti dall’abate Idelfonso Rea dopo la fine della guerra.
Un lungo progetto per raccontare la bellezza di quest’opera
Finalmente a Cassino si realizza il progetto che vede un presepe napoletano del ‘700 esposto a Montecassino in una mostra permanente. Si tratta di un’opera che nasce dalla collezione di pastori napoletani presso l’abbazia benedettina. Un paesaggio fatto di tutte opere in parte risalenti ai secoli VIII e IXI. Mentre i più recenti vengono acquisiti dall’abate Idelfonso Rea nell’immediato dopoguerra. L’opera viene esposta in uno degli ambienti del Chiostro dell’Archivio. L’inizio del progetto è di molti mesi prima, e riguarda, in particolare, il recupero di personaggi e degli animali della collezione abbaziale.
Certamente, è importante sottolineare il lavoro di restauro curato dal Maestro Carlo Iacoletti di Napoli. Il Maestro appartiene alla famiglia Catello. Inoltre, è tra i più importanti collezionisti storici di pastori napoletani del ‘700. Nipote dell’Ingegnere Eugenio Catello, che ricordiamo perché, negli anni della ricostruzione collabora con l’Abate Rea al restauro del patrimonio artistico dopo la distruzione dell’abbazia alla fine della guerra. La seconda fase riguarda la realizzazione di una struttura adeguata a contenere la scenografia del Professor Rosario Di Fazio. Un dono fatto a Montecassino da parte di questo cultore cassinate del presepe napoletano del ‘700. Infine, Di Fazio è anche colui che cura l’allestimento della mostra permanente.
Il presepe napoletano del ‘700, un fascino senza tempo
Montecassino realizza il suo progetto di avere, in mostra permanente un presepe napoletano del ‘700. Un’opera ritenuta il presepio per antonomasia. Storicamente, il presepe napoletano nasce e si diffonde a partire dal XVIII secolo in tutto il Regno Delle Due Sicilie. Ugualmente, sotto la giurisdizione del Regno ricadevano anche l’Abbazia di Montecassino e la Terra Sancti Benedicti. Il presepe napoletano viene erroneamente considerato un presepe storico, ma offre a noi tutti la possibilità di comprendere uno spaccato della vita quotidiana nella capitale del Regno Borbonico del 1700. Si tratta di una rappresentazione plastica, che segue quelli che sono i canoni stilistici del tempo. Comunque, parliamo di un presepe moderno del XVIII secolo, simile a altre espressioni artistiche del tempo. Un’opera che trova la sua ispirazione, nei paesaggi dell’Italia Meridionale settecentesca. Soprattutto, rivediamo gli uomini e le donne del tempo.
Semplicemente delle persone comuni, che nel presepe sono rappresentati nel loro aspetto fisico, nei loro usi e nei loro costumi. Come in una fotografia di un tempo e di una società passata. Allo stesso tempo, il presepe napoletano, è soprattutto un presepe colto. Infatti, tra gli artisti che hanno lavorato a quest’opera troviamo i più importanti del tempo. Per esempio parliamo di Giuseppe Sammartino, Nicola Somma, Giuseppe de Luca, Giuseppe Picano, Salvatore Franco, i fratelli Vassallo e Bottiglieri, Giuseppe Gori. Tutti artisti che dedicarono il loro lavoro alla realizzazione plastica dei personaggi, degli animali e di tutto ciò che caratterizzava la società del loro tempo. Si tratta di un’opera inizialmente accessibile solo all’aristocrazia, alla grande borghesia e al clero. Ma l’importanza e la bellezza del presepe napoletano del ‘700 è che la sua lettura non è limitata a quella essenzialmente religiosa del Natale.