Emozionante l’arrivo della Fiaccola benedettina nell’Abbazia di Montecassino e in città. Si tratta del simbolo dell’impegno comune a costruire la Pace. Ormai mancano solo cinque anni all’anniversario dei 1500 anni dalla fondazione della storica Abbazia. A ricordare questo momento epocale sono il giornalista Michele Giannì, insieme a Laura D’Onofrio, sua moglie e collega, mentre presentano gli eventi in programma nei Giorni di San Benedetto.
L’arrivo della fiaccola benedettina, preghiera per la pace in Europa
Domenica 17 marzo, la città di Cassino accoglie con grande emozione l’arrivo dei tedofori del Cus Cassino con la Fiaccola benedettina. Siamo nei Giorni di San Benedetto, Patrono di Cassino e d’Europa. Così, l’Abbazia di Montecassino diventa cuore di queste giornate. Anche perché mancano solo cinque anni all’epocale anniversario dei 1500 anni dalla sua fondazione. In abbazia, oltre all’Abate Dom Luca Fallica e a Dom Luigi Maria Di Bussolo, ad accogliere la fiaccola sono presenti i sindaci di Cassino, Norcia e Subiaco. Immancabile per l’occasione, anche una gran folla di cittadini e i figuranti del Corteo Storico Terra Sancti Benedicti che, proprio quest’anno, festeggia il suo trentennale. Subito dopo la tradizionale sfilata del Corteo Storico lungo il centro cittadino, partendo da Piazza Corte, la fiaccola benedettina, arriva in piazza De Gasperi.
Come ogni anno, questo momento è solo l’ultima tappa di un lungo percorso. Inizia tutto con la tradizionale benedizione del Papa. Eccezionalmente, quest’anno, la fiaccola fa tappa anche a Praga, prima di giungere a Cassino dove il sindaco Enzo Salera, dopo l’ufficiale accensione del tripode a cura degli atleti del Cus, legge il Messaggio di Pace. L’evento ha la cornice musicale della Banda Don Bosco Città di Cassino diretta dal M° Marcello Bruni. Un momento che resta solenne, anche perché la città martire vuole onorare i caduti civili e militari di 80 anni fa nella Battaglia di Cassino. Il ricordo di una devastazione e del sacrificio di Cassino e Montecassino come monito per l’appello alla Pace in Europa.
Il discorso di Mattarella alla città martire e il ripudio di tutte le guerre
L’arrivo della fiaccola benedettina segue un altro momento solenne, il 15 marzo. Si tratta della data in cui ricorrono gli 80 anni dalla distruzione della città di Cassino e dell’Abbazia di Montecassino. Un anniversario speciale, al quale partecipa anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Particolarmente incisive le parole del presidente a memoria di quella tragedia. Soprattutto, parliamo di una battaglia così sanguinosa che ha inciso nella carne come nella coscienza del nostro popolo e di popoli divenuti nostri fratelli quel dolore incancellabile. Ma questo ricordo è anche un richiamo a far cessare, ovunque, il fuoco delle armi. Mattarella da Cassino chiede di riaprire una speranza di pace. Sono parole che il presidente Sergio Mattarella pronuncia in un passaggio del suo discorso nella città martire, come richiamo alle guerre del nostro tempo.
Secondo il capo dello Stato, la città di Cassino esprime un ricordo doloroso di quanto la guerra è sempre devastante e distruttiva. Ma è anche un monito a non dimenticare mai le conseguenze del nostro cinismo e dell’odio, della volontà di potenza che si manifesta nel mondo. Cassino come città martire. Cassino come città della pace. Questo è il messaggio forte, intenso, che Mattarella porta non solo alla città. Ugualmente, la fiaccola benedettina è un altro simbolo di pace, e questo è il traguardo a cui ambire. Come il Presidente ricorda a tutti noi, la pace è la natura dell’Europa, la sua vocazione, la sua identità. Questa è la lezione che dobbiamo tenere viva, custodire, trasmettere alle generazioni future, per sempre.
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