Il Parco dei Mostri di Bomarzo attrae con i suoi bellissimi giardini, ma anche con un mostruoso mistero. Si tratta del Sacro Bosco che si trova a Bomarzo, e ideato dall’architetto Pirro Ligorio. L’architetto che completò San Pietro dopo la morte di Michelangelo a Roma. Mentre questo parco nasce su commissione del Principe Pier Francesco Orsini, detto Vicino. Un parco mostruoso che nasce allo scopo di rappresentare il dolore del Principe dopo la morte di sua moglie Giulia Farnese.
La leggenda dei mostri di Bomarzo
Il Parco dei Mostri di Bomarzo è opera dell’architetto Pirro Ligorio su commissione del Principe Pier Francesco Orsini. Il Principe commissiona l’opera allo scopo di rappresentare il suo dolore per la morte della moglie. Si tratta di una località in provincia di Viterbo, che attrae migliaia di turisti ogni anno. Soprattutto con l’inizio della bella stagione, il parco è un luogo ideale per trascorrere una giornata con tutta la famiglia. Per raggiungerlo c’è da prendere l’autostrada del Sole A1 utilizzando le uscite di Orte per chi arriva da sud e poi Attigliano, sia da nord che da sud. Infine, basta seguire le indicazioni locali. Ma non è tutto oro ciò che luccica.
Infatti, sembra che un sospiro inquieto avvolge questo luogo. Il parco è fatto anche di ombre lugubri e misteriche. Camminiamo tra draghi, animali esoterici e antiche divinità. Ciò che svetta su tutti è un’ombra dal pallore alabastrino. Sembra essere il fantasma del Principe Pier Francesco Orsini. Da un suo folle sogno nasce e prende il nome il parco dei mostri. Secondo la leggenda, nel Sacro bosco, quando calano le tenebre, spettri accorrono dal loro reggente. Arrivano accatastandosi gli uni addosso agli altri e danno vita ai rituali dei morti. Così, il bosco si richiude su se stesso, e mantiene vivo il suo mistero.
Il Bosco dei mostri di Bomarzo affascina e attrae turisti
Dopo la morte del Vicino Orsini, i suoi eredi abbandonano il parco. Solo 400 anni più tardi, nella seconda metà del secolo scorso, quando Giancarlo e Tina Bettini recuperano tutto quello che oggi possiamo ammirare. Parliamo di opere monumentali che vanno dai due giganti Ercole e Caco alla tartaruga sormontata da una donna. Ma anche la Vittoria Alata, poggiata solo con un piede su un globo, e pronta a spiccare il volo. Poi abbiamo la balena con la bocca spalancata con acqua che scorre, e la fontana di Pegaso che, si dice come battendo il proprio zoccolo faccia nascere una sorgente. In questo parco che rappresenta il cuore spezzato del principe Pier Francesco Orsini c’è forse l’intento di distrarre la mente dal dolore per la perdita dell’amata moglie.
Uno sfogo dell’animo per cacciare i mostri e “sol per sfogare il cuore”, come scritto su un pilastro del parco. Eppure tutte le attrazioni sono cariche di simbolismi. Troviamo continui riferimenti alla mitologia e al mondo del fantastico, come in un cammino allegorico, un percorso di matrice alchemica attraverso un percorso fatto di grandi statue, edifici surreali, iscrizioni e indovinelli che sorprendono e disorientano. Facile perdersi tra sirene, mostri marini, tartarughe giganti. Poi ci sono le sfingi, draghi, maschere, falsi sepolcri e diversi giochi illusionistici. Tante attrazioni che attirano turisti da tutta Italia, ma anche dall’estero.