Finalmente le famiglie tornano al Museo Nazionale Paleolitico di Isernia. Come spiega la direttrice, l’architetta Enza Zullo, dopo lo stop imposto dalla pandemia diamo nuova vita al museo. Inoltre, durante il periodo di chiusura dei luoghi della cultura, il museo completa i lavori per riallestire un’ala che ora è destinata all’esposizione di un prezioso fossile. Si tratta del dentino di bambino di Homo heidelbergensis, della sua paleo-scultura e delle ricostruzioni di quattro specie di animali preistorici rinvenuti sul territorio.
Un viaggio per conoscere il nostro antenato bambino
Chi visita il Museo Nazionale del Paleolitico sono anche curiosi con la voglia di conoscere e scoprire il nostro territorio. Infatti, il museo fa parte del parco archeologico che si sviluppa attorno al giacimento di Isernia. Si tratta di una zona che ha il nome di La Pineta. Certamente questo luogo è famoso per il suoi reperti storici legati al periodo paleolitico. Infatti è ricco per quantità e qualità di documenti sulla vita preistorica. Nel 2014 il museo realizza una scoperta sensazionale. Si tratta di un incisivo superiore sinistro, da latte, che appartiene sicuramente a un bambino di Homo heidelbergensis, antenato dell’uomo di Neanderthal. Insomma questa terra è ricca di un passato molto remoto. Soprattutto stiamo conoscendo la vita dei nostri antenati nella preistoria.
Si parla di un bambino deceduto, probabilmente, a sei anni di età. Carlo Peretto, professore ordinario del Dipartimento di studi umanistici dell’Università di Ferrara, capisce subito che il reperto è un pezzo unico per le sue caratteristiche. Infatti, la comunità scientifica mondiale lo classifica come il reperto umano più antico d’Italia. Si tratta anche di una testimonianza fondamentale per ricostruire le tappe degli insediamenti umani nel continente europeo. Oggi è l’attrazione principale del museo. Soprattutto attira la curiosità dei bambini. Infondo tutti siamo curiosi di conoscere questo bambino primitivo. Anche i bambini che oggi possono incontrare il loro coetaneo preistorico. Così, il Polo museale del Molise pensa a un concorso nazionale. Si tratta di una soluzione per avvicinare le scolaresche da tutta Italia, e dare un nome al bambino.
Il Museo Nazionale Paleolitico di Isernia riapre al pubblico
Sicuramente, il bambino che arriva dal paleolitico cattura l’attenzione di tanti esperti, studiosi e turisti. Infatti, pensiamo a come, nel 2017, la Direzione regionale Musei Molise, insieme con il direttore Leandro Ventura e con la Regione, lavorano e sviluppano un progetto interessante. Si tratta di un lavoro con l’Università di Ferrara e il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Il progetto serve per avviare un complesso iter di ammodernamento della struttura. E’ anche un lavoro che l’architetto Pierangelo Izzo e la dottoressa Annarosa Di Nucci portano avanti con successo. Ma la vera punta di diamante della nuova sezione, quella che attira un grande pubblico, anche dal Sud Lazio e dalla zona del cassinate, è la scultura antropologica del bambino. La riproduzione del piccolo primitivo parte dallo studio di un dentino.
Si tratta di un’opera che si unisce a quelle di animali preistorici presenti nel museo. Parliamo di un megacero, un rinoceronte, un bisonte e di un orso. Mentre la prima opera è quella di un elefante. Ma la ricostruzione del bambino è frutto di una tra le più autorevoli esperte in questo settore al mondo. Parliamo della francese Élisabeth Daynès. Una esperta e specializzata nel processo di ricostruzione iperrealistica delle sembianze di ominidi. Soprattutto è famosa grazie alla ricostruzione del busto di Tutankhamon. Un lavoro che al Museo di Isernia porta in vita un bambino che arriva da un lontano passato. Soprattutto ci fa conoscere meglio la vita prima di noi.