Centinaia di ragazzi di Cassino, il 9 maggio scorso, hanno partecipato alla Marcia dei Diritti che si è tenuta a Roma. La proposta di una legge sullo Ius Soli nel panorama del dibattito politico italiano, sembra sia stata per troppo tempo un tabù. Tra i partecipanti c’era anche il gruppo di Comunità Africana. L’associazione formata da giovani che hanno lasciato l’Africa e che oggi vivono a Cassino, ospiti in cooperative che si occupano di immigrati. Molti di loro sono attualmente impiegati in progetti di Servizio Civile con diverse associazioni locali. Il loro sogno è di diventare italiani.
Di cosa parla lo Ius Soli?
Approvata dalla Camera nel 2015, lo Ius Soli è la proposta di legge sulla cittadinanza italiana di cui tanto si discute oggi. L’idea è d’introdurre due nuovi criteri applicabili per coloro che hanno meno di 18 anni. Si tratta dunque di criteri in contrasto con l’attuale Ius Sanguinis (diritto di sangue) attualmente in vigore. Un bambino è italiano se almeno uno dei genitori è italiano. Lo Ius Soli Temperato, prevede invece che un bambino nato in Italia diventi automaticamente cittadino italiano se almeno uno dei due genitori si trova legalmente in Italia da almeno 5 anni. Ciò è diverso dallo Ius Soli Puro, in cui la cittadinanza si ottiene automaticamente se si nasce nel territorio italiano. Non si fa nessun riferimento ai genitori. Questo sistema è presente negli Stati Uniti, ma in nessuno degli Stati dell’Unione europea. Questo è il motivo per cui è importante marciare.
Martin Luther King Jr. e l’esempio di Washington
Per guardare verso un futuro migliore e ottenere un così nobile risultato occorre fare un lavoro di solidarietà, collaborazione, ma anche di manifestazione. La marcia di Roma richiama il ricordo della marcia su Washington. Nel 1963, nella capitale statunitense, si marciò per il lavoro e la libertà. Quella fu una grande manifestazione politica a sostegno dei diritti civili ed economici per gli afroamericani. In quell’occasione, il leader afro-americano Martin Luther King Jr. pronunciò al Lincoln Memorial il suo storico discorso I have a dream, invocando la fine del razzismo e la pace tra bianchi e neri. La consapevolezza di vivere la privazione di alcuni diritti aiuta tutte le parti discriminate ad avvicinarsi e a lottare in modo solidale per rivendicare il diritto ad essere riconosciuti. La marcia è un punto di incontro per realizzare una società più solidale. L’evento di Roma è una marcia per tutta l’Italia.
Chi nasce in Italia è italiano?
Difatti Il principio di uguaglianza formale e sostanziale è già definito nell’articolo 3 della Costituzione. Esso garantisce che tutti i cittadini abbiano pari dignità sociale e siano uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. La lotta per l’estensione del diritto di cittadinanza è comunque una lotta giusta, che va nella direzione dell’eliminazione di tante diseguaglianze sociali e politiche. Bisogna continuare questa lotta e affrontare il tema della cittadinanza senza però avere influenze dai vari partiti politici. La marcia per i diritti è una marcia universale, una dimostrazione di cooperazione e di solidarietà tra esseri umani. Non devono esistere discriminazioni e partiti politici quando di parla di diritti umani. La nostra società ci insegna a ragionare in termini individualistici e le minoranze vengono isolate e finiscono per essere confinate ai margini della società.