Il Rock è un prezioso alleato per combattere la noia da Coronavirus è la musica. Sicuramente un buon disco può risultare efficace per ristorare anima e corpo. Eccoti una selezione di dischi da me stilata, dove puoi viaggiare comodamente sdraiato sul divano di casa tua.
Rock: il migliore di sempre
Sei pronto per immergerti tra le note di questo magnifico genere che ha segnato un’epoca? Il rock, soprattutto quello degli anni settanta, oscillava tra libertà di espressione e trasgressione delle regole. Basti pensare al festival di Woodstock che dal 15 al 18 agosto del 1969, fece impazzire letteralmente milioni di persone. Cosa impensabile al giorno d’oggi, chissà per quanto tempo ancora.
Il Rock latino di ABRAXAS
Il primo disco che ti suggerisco è Abraxas di Carlos Santana del 1970. La rivista Rolling Stones lo ha inserito al 205esimo posto della classifica dei 500 migliori album di sempre. Quest’ultimo è caratterizzato dalla fusione tra il Latin-Rock, influenze blues e jazz. Inoltre le percussione latine, le Congas, i Timbales e i Bongos rendono il sound inconfondibile. Santana poteva contare su musicisti di grande spessore, come Gregg Rolie al piano e alla voce e il Batterista Michael Shrieve. Tre le canzoni più famose: “Black Magic Woman”, “Samba Pati” e “Oye como va”. “Abraxas” è tratto dal libro “Demian” di H. Hesse: “Eravamo di fronte a lui e cominciammo a gelare dentro per lo sforzo. Abbiamo interrogato il dipinto, lo abbiamo vituperato, fatto l’amore con lui, pregato: lo abbiamo chiamato madre, lo abbiamo chiamato puttana e sgualdrina, lo abbiamo chiamato nostro amato, lo abbiamo chiamato Abraxas…”.
AXIS:BOLD AS LOVE
“Axis:bold as love” è un album di Jimi Hendrix, il chitarrista più grande ed influente di tutti i tempi. Pubblicato nel 1967 riscosse da subito grande successo. L’album varia dal rock-blues al rock psichedelico. Nel 2003 la rivista Rolling Stones lo inserì nella classifica dei 500 album migliori di tutti i tempi, piazzandolo all’ 82esimo posto. Inoltre il “Power trio” poteva contare su Noel Redding al basso e Mitch Mitchell alla batteria. “Little Wing” è indubbiamente la sua canzone più famosa, fonte di ispirazione per molti chitarristi degli anni a venire. Memorabile è la sua partecipazione al festival di Woodstock del 1969, infatti fu uno degli artisti più attesi. Inoltre al Monterey pop festival del 1967, scrisse una pagina unica della storia del rock, incendiando sul palco la sua fender Stratocaster. Purtroppo morì prematuramente a soli 27 anni il 18 settembre del 1970.
IRISH TOUR
Il terzo ed ultimo disco che ti suggerisco è “Irish Tour” di Rory Gallagher. Viene registrato nel 1974 tra Dublino, Cork e Belfast. Particolarità dell’album è lo stretto contatto che l’artista ebbe con il pubblico, creando così un’atmosfera magica e coinvolgente. Ad accompagnare Rory sul palco vi sono Gerry McAvoy al basso, Lou Martin alle tastiere e Rod De’Ath. Il live si apre con la ruggente “Cradle rock” potente quasi viscerale, facendo impazzire tutto il pubblico. Considerato come uno dei migliori chitarristi rock/blues, si mise in mostra con la sua band i “Taste” partecipando al festival dell’ “Isola di Wight”. Inoltre partecipò al “Pistoia blues festival” del 1994 e sfortunatamente proprio l’anno successivo morì all’età di soli 47 anni. A Ballyshannon sua città natia, in onore alla sua grandezza, gli fu dedicata una statua al centro della cittadina irlandese.